La sostenibilità che fa comunità: una giornata di visioni, esperienze e futuro
Roma, 28.10.25 – V Giornata della Sostenibilità Cooperativa
La sostenibilità non è più un tema tra gli altri: è diventata la trama su cui si intrecciano economia, ambiente e società. Ma soprattutto, è tornata ad essere una parola umana, che parla di responsabilità condivisa, di scelte quotidiane e di fiducia.
È da questa consapevolezza che nasce la V Giornata della Sostenibilità Cooperativa, promossa da Confcooperative Nazionale, un evento che ogni anno raccoglie esperienze, idee e testimonianze dal mondo cooperativo italiano per mostrare come la sostenibilità sia prima di tutto un modo di agire, non di apparire.
Una giornata intensa, ricca di stimoli e voci diverse: dal mondo dell’impresa a quello dell’arte, dalla cultura alla ricerca, passando per le storie concrete delle cooperative che ogni giorno costruiscono benessere reale nei territori.
Sul palco si sono alternati Neri Marcorè, attore e promotore del festival “RisorgiMarche”, Carlo Alberto Pratesi, professore di Economia e sostenibilità, Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, Ericka Costa dall’Università di Trento, e molti altri protagonisti del mondo cooperativo, culturale e sociale.
Ognuno con un punto di vista, ma con un messaggio comune: la sostenibilità è cooperazione.
Quando la sostenibilità diventa esperienza
A dare il tono iniziale alla giornata è stato Neri Marcorè, con un intervento capace di intrecciare sensibilità artistica, impegno civile e visione collettiva.
Ha ricordato come viviamo un tempo in cui prevale la tendenza a “chiudersi nel proprio guscio”, a pensare prima a sé e poi agli altri, ma che proprio per questo la sfida della cooperazione è ancora più necessaria.
Dal suo racconto del festival “RisorgiMarche”, nato nel 2016 dopo il terremoto, è arrivata una lezione preziosa: da una crisi può nascere una nuova forma di comunità.
“Il festival è nato per riportare presenza, attenzione e fiducia in luoghi feriti. Concerti senza luci artificiali, senza palchi, immersi nella natura: solo persone, territorio e rispetto. Ho chiesto al pubblico di lasciare i luoghi come li avevano trovati. E la risposta è stata straordinaria: se si dà fiducia, la fiducia torna.”
Un esempio concreto di sostenibilità ambientale e sociale, dove la cultura diventa collante comunitario, la musica strumento di coesione, e la fiducia — come ha sottolineato lo stesso Marcorè — “l’unica energia rinnovabile che non si esaurisce mai”.
L’arte come motore del cambiamento
Sulla stessa linea si è inserito Carlo Alberto Pratesi, docente di Marketing, Innovazione e Sostenibilità all’Università Roma Tre, che ha ribaltato un concetto diffuso: non è vero che l’arte e la cultura “arrivano dopo” l’economia; è vero il contrario.
“Se non c’è arte, se non c’è cultura, l’economia si deprime. I grandi cambiamenti della storia nascono da lì, perché solo la cultura produce emozioni, e solo le emozioni muovono le persone.”
Un messaggio forte, che parla direttamente anche al mondo delle cooperative: qualunque progetto di sostenibilità — ambientale, economica o sociale — deve includere la cultura del cambiamento, la capacità di ispirare, coinvolgere e raccontare.
Fare impresa sostenibile: la voce delle cooperative
Il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini ha poi portato il punto di vista del sistema cooperativo nazionale: un mondo che muove investimenti, ma anche valori, e che rappresenta in Italia una delle infrastrutture sociali più solide e durature.
Ha ricordato come nel biennio 2024–2025 le cooperative di Confcooperative abbiano già investito oltre 2 miliardi di euro in progetti di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
“Non ce lo chiede l’Europa: ce lo chiedono le nostre coscienze. È cresciuto enormemente il numero di cooperative che mettono la sostenibilità al centro delle proprie pratiche quotidiane.
E questo è il segno che la cooperazione non è solo impresa, ma comunità: è un progetto di vita condiviso, che cambia la storia delle persone.”
Gardini ha raccontato anche un caso concreto: la sostituzione dei concentratori di una grande cooperativa agroalimentare, che in due anni ha ridotto del 50% il consumo di gas e del 20% quello di acqua, migliorando al tempo stesso la qualità del prodotto e del lavoro.
“Una cooperativa non remunera il capitale, ma il lavoro dei soci. E questo è il vero senso della sostenibilità sociale.”
La comunicazione del bene: raccontare per moltiplicare
Nella seconda parte dell’incontro, Ericka Costa ha posto l’accento su un nodo fondamentale: la necessità di rendicontare e comunicare la sostenibilità.
La parola chiave, ha ricordato, è accountability: rendicontazione e responsabilità insieme. Fare le cose è essenziale, ma raccontarle con trasparenza è ciò che consente di moltiplicarne il valore.
“Il mondo cooperativo fa tanto, ma non sempre lo racconta. Eppure la speranza passa anche da qui: dal far sapere che il bene esiste e funziona.”
Un invito diretto anche alle cooperative presenti, a usare la comunicazione non come vetrina, ma come atto di fiducia verso le persone.
Perché, come ha aggiunto Marcorè, raccontare il bene non è vanità, è contagio positivo: “Il male fa notizia, ma il bene è più contagioso. Dobbiamo imparare a narrarlo.”
Innovazione, giovani e futuro: l’etica della tecnologia
Uno dei momenti più sorprendenti della giornata è stato l’intervento di Gaia Contu, dottoranda della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha portato il tema dell’etica della tecnologia e dell’intelligenza artificiale come nuovo terreno di sostenibilità.
Con un linguaggio appassionato, ha raccontato come ogni tecnologia — anche la più avanzata — rifletta i valori della società che la produce, e che quindi può essere orientata verso il bene comune solo se parte dalle persone.
“Non esiste tecnologia neutra. Se vogliamo che sia davvero sostenibile, deve essere gentile. La gente non si fiderà mai di una scienza che non è gentile.”
Un messaggio in perfetta sintonia con lo spirito della giornata: l’innovazione è sostenibile solo se è umana, inclusiva e responsabile.
I progetti premiati e la bellezza del fare insieme
Nella parte finale, spazio alle storie delle cooperative premiate dal concorso “Sostenibilità in cooperativa”, promosso da Confcooperative e Fondo Sviluppo:
- progetti di inclusione lavorativa, come la cooperativa “Dopo di Noi” di Parma, che ha scelto energia verde e certificazione di parità di genere;
- percorsi educativi come quello della cooperativa Città Futura di Trento, che ha trasformato la riflessione ecologica in pratica educativa;
- esperienze di integrazione sociale e ambientale, come “La Terra” di Cosenza, che unisce accoglienza e formazione;
- laboratori di biodiversità e riabilitazione come quello di Progetto A.P.E. di Campolieto, in Molise, dove l’apicoltura diventa terapia e lavoro.
Esperienze diverse, ma unite da un filo comune: la bellezza del fare insieme, la concretezza del “bene possibile”.
Gruppo Paim: mutualità e prossimità come strumenti di welfare comunitario
In questo mosaico di esperienze, anche Gruppo Paim ha portato la propria voce, con la testimonianza del progetto “Prestazioni sanitarie aggiuntive come leva di welfare comunitario”, promosso da Cooperazione Salute insieme a Confcooperative Sanità, Federsolidarietà e Habitat Toscana. Per vedere la presentazione, clicca qui.
Un modello che mostra come la mutualità possa diventare strumento di welfare territoriale, portando prevenzione e servizi sanitari nei luoghi dove servono davvero — nelle comunità locali, nelle aree interne, tra le persone.
Un esempio di sostenibilità sociale che parte dalla salute come diritto di prossimità e si traduce in azioni concrete, replicabili e misurabili.
Le cooperative toscane premiate: Pangea e Sigeric
Tra le 18 cooperative premiate nel concorso nazionale “Sostenibilità in Cooperativa” figurano anche due realtà toscane che rappresentano modelli virtuosi di innovazione sociale e territoriale: Pangea (Siena) e Sigeric (Lunigiana).
Entrambe hanno saputo declinare i valori della cooperazione in progetti concreti, ispirandosi alle cinque “P” dell’Agenda 2030: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership.
Un riconoscimento a chi ogni giorno costruisce un futuro più sostenibile e inclusivo.
Pangea (Siena) promuove un modello di accoglienza integrata e diffusa, basato su centri di piccole dimensioni e radicati nei territori, in linea con le politiche della Regione Toscana e con la Carta della buona accoglienza.
Opera grazie a un’équipe multidisciplinare composta da operatori sociali, mediatori culturali, etnopsicologi e avvocati specializzati in materia di immigrazione, che lavorano insieme per offrire percorsi di autonomia e inclusione reale a chi arriva nel nostro Paese.
Sigeric (Lunigiana) è invece una cooperativa nata dall’esperienza di guide turistiche e ambientali, che ha saputo trasformare il turismo in un motore di sostenibilità sociale e territoriale.
Propone esperienze di viaggio, educazione ambientale e valorizzazione culturale, coinvolgendo scuole, enti pubblici e operatori privati.
La sua missione è chiara: fare del turismo un’occasione di conoscenza e di rispetto, unendo tutela del paesaggio, economia locale e comunità.
Due esempi toscani che dimostrano come la sostenibilità non sia un traguardo astratto, ma una pratica quotidiana di cooperazione, capace di generare valore per le persone e per i territori.
“Il bene è contagioso”
A chiudere la giornata, le parole di Gardini sono diventate una sorta di manifesto:
“Il bene è contagioso, ma dobbiamo raccontarcelo. Non serve fare cose straordinarie: iniziamo dalle piccole scelte, anche da una lampadina a LED. Ogni gesto che migliora la vita di qualcuno è sostenibilità.”
Un invito che racchiude lo spirito della giornata: cambiare partendo dal quotidiano, costruire fiducia, fare rete.
E soprattutto, comunicare la bellezza di ciò che funziona, perché la sostenibilità non è solo un obiettivo da raggiungere, ma un modo di vivere e di cooperare.
Il valore che resta
La V Giornata della Sostenibilità Cooperativa si è chiusa con un messaggio semplice e profondo: la cooperazione è già sostenibilità.
È il luogo dove impresa, comunità e valori si incontrano.
È il laboratorio in cui si sperimentano modelli economici più equi, relazioni più solidali, tecnologie più etiche.
È il racconto di un’Italia che non si arrende alla rassegnazione, ma che sceglie ogni giorno di costruire futuro, insieme.