Campus Suvignano è molto più di un semplice campo estivo. È un’esperienza formativa e umana che unisce educazione, cittadinanza attiva e responsabilità sociale. Anche nell’estate 2025, Gruppo Paim con la sua sezione Paim Social&Care ha partecipato con entusiasmo a questo importante appuntamento, portando i ragazzi e le ragazze della Comunità a dimensione familiare “Il Big Bang” di Mezzana a condividere giornate di scoperta, dialogo e convivenza con altri giovani già presenti presso la struttura.
Durante il campus, i partecipanti hanno vissuto fianco a fianco, senza distinzioni, con uno spirito di uguaglianza e accoglienza. Le giornate sono state scandite da attività educative, giochi, laboratori, momenti di riflessione collettiva e condivisione dei pasti. Il tutto si è svolto in un clima positivo, in cui ogni ragazzo ha potuto sentirsi parte di una comunità solidale.
Un laboratorio di educazione alla legalità
Il Campus Suvignano non è solo un’esperienza ricreativa. Al contrario, rappresenta uno spazio prezioso per parlare apertamente di temi delicati e fondamentali come la mafia, l’illegalità diffusa, il bullismo e l’importanza di riconoscerne i segnali. Attraverso giochi di ruolo, testimonianze e momenti guidati dagli educatori, i ragazzi hanno potuto sviluppare “anticorpi culturali” e strumenti per leggere in modo critico la realtà.
Un sentito ringraziamento va a Maurizio Pascucci, punto di riferimento e guida del campus, ai nostri educatori professionali e appassionati, e soprattutto a tutti i giovani che si sono messi in gioco, con coraggio e autenticità. Ogni loro parola, ogni gesto, ogni domanda ha reso questo percorso ancora più significativo.
Cos’è la Tenuta di Suvignano
La Tenuta agricola di Suvignano si trova nel comune di Monteroni d’Arbia, in provincia di Siena. È uno dei beni confiscati alla mafia più rilevanti in Italia: un’area di oltre 700 ettari, un tempo proprietà di soggetti coinvolti nella criminalità organizzata, oggi restituita alla collettività e gestita dallo Stato.
Suvignano è diventata un simbolo del riscatto civile e della giustizia sociale. Non è solo un luogo della memoria, ma un contesto vivo, in cui si svolgono attività agricole, percorsi educativi, eventi culturali e progetti di formazione. Il suo riutilizzo sociale è la prova concreta che le terre sottratte all’illegalità possono diventare occasione di crescita per tutti.
L’impegno del Gruppo Paim nel sostegno ai progetti di riutilizzo sociale
Gruppo Paim, con la sua sezione Paim Social&Care, è da anni impegnata nel sostenere e partecipare attivamente a progetti di educazione alla legalità e di valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. In particolare, collabora con realtà e istituzioni che si occupano del riutilizzo sociale di questi beni, contribuendo con le proprie competenze educative, sociali e relazionali alla realizzazione di percorsi inclusivi e formativi.
La partecipazione al Campus Suvignano e ad altre esperienze simili nasce proprio dalla volontà di promuovere una cultura della legalità concreta e partecipata, che coinvolga i giovani in modo diretto, attraverso attività ed esperienze vissute.
Durante il campus, la Vicepresidente Anna Batini ha evidenziato come queste esperienze rappresentino un’opportunità preziosa per i ragazzi, ma anche per gli operatori e le comunità: “I beni confiscati non devono restare spazi vuoti o simboli del passato, ma diventare luoghi di rinascita collettiva”.
Anche il Sindaco di Monteroni d’Arbia è da tempo impegnato nella costruzione di percorsi di riutilizzo sociale della Tenuta di Suvignano, sostenendo le attività educative che vi si svolgono e dialogando con enti e realtà del territorio – tra cui Gruppo Paim – per costruire reti virtuose e inclusive.
Una comunità in cammino
Al termine del Campus Suvignano, i volti dei ragazzi parlavano da soli: sorrisi sinceri, sguardi consapevoli, parole nuove. In pochi giorni, si è costruita una comunità dove legalità significa rispetto reciproco, ascolto, condivisione di valori.
Questa è la strada su cui Gruppo Paim vuole continuare a camminare. Una strada fatta di piccoli gesti quotidiani, di esperienze educative intense e significative, e di collaborazione con istituzioni, enti e cittadini. Perché l’antimafia si costruisce anche così: partendo dai giovani, dalla cultura e dal coraggio di immaginare un futuro diverso.